venerdì 23 luglio 2010
PARALLEL STRINGS
Eddie Van Halen e John McEnroe, venuti alla ribalta praticamente nello stesso periodo, pur in due mondi apparentemente molto distanti, hanno però lasciato, in pratica con le medesime modalità, un segno indelebile nella storia delle loro rispettive attività (chitarra e tennis, rispettivamente). campi di applicazione diversi, ma parecchi parallelismi: a cominciare dal nome (Mac e Van, in lingue diverse, hanno lo stesso significato), da quel Kramer, che era scritto sulla Wilson di John e sulla chitarra di Eddie (non è lo stesso Kramer però...), ma sicuramente più evidenti nell'approccio alla materia, con un'aggressività senza precedenti, una dote naturale innegabile e una tecnica personalissima, non tanto risultato di scuole e accademie, ma di sudore e applicazione. perfino i loro ferri del mestiere erano adattati alle loro caratteristiche, con le corde mollissime di John (si tira più forte, ma la palla è difficilissima da controllare), e la chitarra "frankenstein" di Eddie, con pezzi di un po' di tutto quel che era in commercio ai tempi (manico fender, corpo charvel, o viceversa, PAF gibson e l'allora non popolarissimo tremolo floyd rose). ovviamente la parte più incisiva e memorabile sta per entrambi nell'approccio pratico. la racchetta "truccata" (vedi prima), il servizio con i piedi paralleli alla linea di fondo (in pratica il suo corpo diventava una molla carica), le rotazioni ai limiti delle leggi fisiche, il gioco a rete tanto talentuoso da essere irriverente, magari senza la regolarità un po' noiosa di Borg, ma con una grinta senza limiti, che gli permetteva di rimettere in discussione tutto anche con le spalle al muro. Eddie che invece riusciva a stare in piedi su quel cavallo imbizzarrito che era il suo setup (valvole sovralimentate dal variac nei suoi marshall, un po' di riverbero e qualche pedalino sparso, niente roba computerizzata e supertecnologica, tutto il controllo era nelle sue manine sante), con cui prendeva Henrix, Clapton, Kinks blues e perfino flamenco, impastava tutto con la sua personalissima carogna, e serviva (a schiaffi) ai presenti. il tapping diventa parte integrante del suo stile (è ormai appurato che non si tratta di una sua invenzione. i più lo fanno risalire, per quanto in una forma primordiale, a Steve Hackett), ma è il suo approccio ritmico e compositivo, unito, va detto, al talento istrionico dello showman per eccellenza, sua maestà David Lee Roth, a generare quella gemma di spontaneità, energia, ferocia e sensualità animale che è Van Halen I (plauso particolare al mitico Ted Templeman, che cattura tutto quello che i 4 combinano in studio, in un'opera in cui perfino gli errori contribuiscono all'ottimo risultato). Eddie diventa probailmente il primo chitarrista rock a calamitare tanta attenzione, pur non essendo, come già Clapton e Hendrix, anche cantante. poi, va beh, non è che poteva durare in eterno, anche vista la proverbiale pigrizia del soggetto...
oggi che il tennis è in pratica ridotto a un tedioso bombardamento reciproco da parte di giovanotti ipervitaminizzati, il grande Mc e il suo genio sregolato mi mancano molto. e non la vedo molto rosa...a meno che non si cambino almeno gli attrezzi.
la chitarra ha obiettivamente qualche speranza in più. un po' perchè, a differenza del tennis, non è uno sport competitivo (sebbene nella seconda metà degli 80, e oltre, si sia tentato di farla diventare tale - esiste anche il record di note per secondo). Troppe scuole specializzate hanno sicuramente "sterilizzato" un po' troppo l'approccio e standardizzato la produzione (da notare che il buon Eddie non ha mai pubblicato un video didattico a suo nome -sebbene esistano vari corsi che ne analizzano la tecnica -, forse perchè non è mai stata la tecnica il suo punto focale? qui da noi, nel terzo mondo, vendeva i video didattici pure quel cercopiteco di richard benson...e ho detto tutto). in fondo, però, non è così infondato sperare che qualcuno che suoni con un po' di personalità, fantasia, cuore (e magari anche palle), e se non è chiedere troppo, anche un bel sorriso stampato in faccia, salti fuori...
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remembering means gettin' old.
RispondiElimina...bè...ben venga, cazzo!
:) love, mod
Post commovente.
RispondiEliminaSiamo in epoca praticamente priva di "assolo", sia on guitar che sotto rete.
Ed è triste, molto triste.
Mac, un mito.
RispondiEliminaL'altro, coso, molto meno... :)
Caspita che bel post!
RispondiEliminaCurioso che nel tennis di più di 30 anni fa Mac sembrava il fuori di testa e Borg l'assoluta affidabilità, la vita reale ha ribaltato completamente la situazione.
Per la musica Eddie sarà sempre con me.
@Modesty: old is still better than dead... :)
RispondiElimina@DiamondDog: consoliamoci con gli archivi...è sempre un bel vedere, e un bel sentire! :)
@Allelimo: Eddie Rules!
@Euterpe: verissimo...nemmeno io mi aspettavo una fine così ingloriosa per il Bjorn. del resto la Bertè l'aveva detto che non era una signora...
Ain't talking 'bout love!
Gran bel post molto originale e, e..bello insomma, veramente.
RispondiEliminache posso dire...grazie! :)
RispondiEliminaPassavo per un saluto, ciao!
RispondiElimina:)
Sempre in ferie?
RispondiElimina:)