martedì 28 dicembre 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - RIDES AGAIN

Penso che...:
la maggior parte dei componenti la razza umana non sappia stare senza un nemico
i miracoli qualche volta avvengano
i Camel siano veramente un gran gruppo
il flipper sia uno dei più bei giochi mai inventati
la musica suonata male sia sempre qualcosa da evitare
la settimana enigmistica sia il miglior periodico italiano di tutti i tempi (quotidiani compresi)
l'italia non avrà più un tennista (maschio) decente, finché sui campi da tennis si giocherà a calcetto
il mio role model preferito, sin dall'infanzia, sia Zagor: uomo senza bandiere, tranne la propria personale
nessuna guerra possa essere definita "lo scontro tra il bene e il male"
il tè sia una bevanda miracolosa
gli anni 70 siano una miniera, della quale mi manca ancora molto da esplorare
quest'anno, dal vivo ho suonato veramente troppo poco

martedì 16 novembre 2010

30 AND STILL BLACK

non sarà "cool", ma non me ne può fregare di meno... sono 30 anni che è uscito e sono 30 anni che mi piace. semplice, diretto e solido. senza menate psico-social-politiche-filosofiche-bocciofile, solo rock'n'roll. probabilmente proprio a ciò si deve la sua audience assolutamente trasversale e transnazionale, che ne ha peraltro fatto l'album rock più venduto di tutti i tempi (sta inesorabilmente avvicinandosi ai 50 milioni di copie vendute). quando mia nipote, 11 anni, mi chiede di "mettere su il rock", so già che vuol sentire il campanone di Hell's Bells...
poi si, si ascolta di tutto, da Coltrane ai Meshuggah, ma a Back In Black ci torno sempre volentieri. una sicurezza, come la pizza. enjoy

venerdì 12 novembre 2010

RIGHT NOW

In questo preciso istante:
qualcuno aspetta le 5
qualcuno ha già finito la settimana
qualcuno sta rubando i tuoi soldi
qualcuno sta sperperando i suoi soldi
centinaia di animali stanno donando il loro sperma, inconsapevolmente
centinaia di uomini vorrebbero donare il loro sperma, consapevolmente
una massaia ha finito il sapone di marsiglia
a marsiglia qualcuno non sa cosa sia il sapone
qualcuno sta approfittando della fiducia che gli è concessa
qualcuno non si fida per principio
è in atto una tregua fra gatti e topi
continua una guerra fra uomini
gente che si saluta
gente che non si saluta
qualcuno si sta ubriacando
qualcuno si sta riprendendo da una sbronza
qualcuno ha deciso di andarsene
qualcuno sa che non può andarsene
qualcuno prende una multa con l'autovelox
qualcuno si fa togliere una multa da un parente vigile
qualcuno sta parlando male di te
qualcuno sta pensando bene di te
un fiume scorre in piena
c'è la siccità
qualcuno ha voglia di gelato
qualcuno sta morendo congelato
un cervello ha smesso di ragionare
a qualcuno è venuta un'idea
qualcuno ha sonno
qualcuno dorme
miliardi di creature nascono
miliardi di creature non nascono
io vi saluto, e per oggi basta così...

mercoledì 10 novembre 2010

martedì 9 novembre 2010

FAME & (MIS)FORTUNE

La fama, con ogni mezzo e ad ogni costo, sembra essere l'obiettivo primario dei nostri tempi. come se diventare, per una qualsiasi ragione, famosi, risolva tutti i problemi...già, non importa come. citando Gaber, a molti piace essere famosi tout-court, piace sentirsi dire anche "complimenti, lei è il più schifoso". ma la fama è anche, e soprattutto, una trappola. e non parlo della perdita della privacy (alla quale ovviamente si rinuncia diventando famosi, e che non fa altro che soddisfare l'esibizionismo), ma del fatto che per gli altri diventa quasi impossibile non considerare come elemento primario la fama stessa. a troppa gente basta il fatto che qualcuno sia famoso, per volargli incontro come una falena attirata da un lampione. perchè tanta gente famosa non è felice? perchè incontra troppa gente attirata solo dalla fama, e incurante della persona. forse era meglio tenere a mente che, per le persone che ti sono vicine, sei sempre già abbastanza famoso. camminare nell'ombra, come suggeriscono qui sotto i grandissimi Queensryche, non è poi così male...


venerdì 15 ottobre 2010

DOOBIES IN ITALY



Milano, Alcatraz, ieri sera.
Finalmente. Era un pezzo che volevo vederli all'opera, dopo che anni fa il tour fu cancellato, ancora non so perchè...
e sono stato piacevolmente sorpreso dalla verve che ancora anima questi californiani vintage. mi mettono sempre allegria, con la loro miscela di rock elettrico, acustico country e southern, le melodie azzeccatissime. figli di quella California solare e spensierata ma non oberata di glamour che è San Jose, poco a sud di S.francisco, hanno snocciolato con estrema naturalezza i classici del loro repertorio (e anche qualche pezzo nuovo, tutt'altro che disprezzabile), cioè esattamente quello per cui ero venuto a vederli nella loro prima (!) data italiana.
ci siamo divertiti e, cosa altrettanto importante, si sono divertiti (per me i sorrisi sul palco sono sempre graditissimi). simpatico anche il quadretto famigliare sul finale (Listen To The Music) con Pat Simmons affiancato dal figlio Pat Jr.
nota: il mio nome sul biglietto autografato da Simmons è sbagliato, perchè l'amica che se l'è fatto fare ha sbagliato lo spelling! (ma del resto questa cosa lo rende unico...)

giovedì 14 ottobre 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - REVAMPED

Penso che:
non guardare più la tv mi stia facendo un gran bene
la mini abbia definitivamente soppiantato la golf come auto ufficiale della testa di cazzo viziata (agli eventuali possessori: il sillogismo funziona solo in un senso, non sentitevi tirati in ballo per forza)
chi oggi ha acceso i riscaldamenti andrebbe punito corporalmente
la HBO abbia in assoluto i migliori telefilm in giro oggi
la NIKE abbia a tutti gli effetti vinto la guerra del vietnam
stasera i Doobie Brothers faranno un gran concerto (se no li picchio)

lunedì 20 settembre 2010

FORGOTTEN SONGS - SPOCK'S BEARD



l prog è un genere in cui molti, anzi troppi, si prendono troppo sul serio. non solo fra musicisti, ma anche e soprattutto fra fruitori (ne ho anche già fatto un accenno su queste pagine), in tanti, anzi troppi, si sentono "in missione per conto di dio" (senza l'accezione ironica dei fratelli Blues), o, per usare un'espressione dei nostri lugubri tempi "unti dal signore" (per usarne una mia, semplicemente untuosi). allorquando questi 5 californiani uscirono alla ribalta, l'indignazione di questi intellettualoidi in piena fase anale ritentiva (leggasi "de coccio") non potè altro che salire alle stelle; perchè erano californiani (fossero stati moldavi o azeri si sarebbe gridato al genio, ne sono sicuro), perchè erano in ritardo di un ventennio abbondante sul prog classico (non è colpa loro, a meno che non la si voglia far diventare tale), ma soprattutto, a parer mio, per il modo scanzonato (permettendosi peraltro, caso abbastanza raro se non unico nel genere, di sparare qualche "fuck you" nei testi!)con cui scorazzavano fra accenni a Yes o Gentle Giant, ma anche Kansas e Beatles, ben consci che i vari accenni fossero riconoscibili, ma preoccupati solo di suonare quello che loro piaceva. e questo in un mondo tiranneggiato dalla musoneria isterica dei kingcrimsoniani o dei seguaci di Thom Yorke (i Radiohead, a torto o meno, sono considerati un gruppo prog...boh!), dalle visioni apocalittiche dei gabrielliani, o anche dall'invadenza della militanza politica, non è cosa!
vista l'avversione dello zoccolo duro, non potevano che risultarmi simpatici. a capitanare la band il carismatico e simpatico Neal Morse (voce, tastiere e chitarra, compositore principale), accompagnato dal fratello Alan (chitarra e cori), Dave Meros al basso (sessionman piuttosto richiesto soprattutto in ambito rock-blues), il tastierista Ryo Okumoto (altro sessionman con innumerevoli collaborazioni, e un vero tamaro in versione live!) e il talentuoso batterista-corista Nick D'Virgilio (il più titolato della band, con nel carnet Genesis, Tears For Fears, l'ex Zappa Mike Keanally e ultimamente Fates Warning). vanno avanti con questa formazione per 6 album, fino a quando Neal non viene folgorato sulla via di Damasco (credo si tratti di Damascus, VA, nel senso di Virginia, non Varese), e abbandona la band per diventare un born-again-christian (setta-morbo che ha fatto parecchie vittime illustri negli ultimi 20 anni, no per tutti George W. Bush Jr). continua da solo con la consueta verve compositiva, che risulta però un po' troppo condizionata dagli argomenti trattati (per me che, volente o nolente, i testi riesco a capirli, risulta un po' ostico ascoltare dei dischi in cui più che 10 canzoni ci sono 10 paternoster...). è anche opportuno notare che tale scelta non sia propriamente un abbandono francescano dei beni materiali, e in questo caso dei benefici derivanti dall'attività musicale: il cosiddetto "christian rock" è una specie di realtà parallela, molto ben organizzata e diffusa a livello globale (per dare un'idea, assomiglia al segnale di radiomaria). i rimamenti componenti della band non si scoraggiano e continuano, con alterne fortune, con il buon D'Virgilio che si installa senza problemi davanti ai microfoni (un po' come capitò ai Genesis), sempre di un certo livello, ma abbastanza lontani dall'eccellenza. qualche segno di riscatto si è cominciato ad intravedere di recente, con l'uscita del decimo album "X". Morse resta un'assenza che si sente, ma qualcosa di buono c'è (mi è piaciuto in particolare "Their Names Escape Me", che è un po' una parodia del "testo impegnato", visto che è solo una lista di nomi di persone!).

lunedì 6 settembre 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - BACK AGAIN

Penso che:
a casa mia ci sia bisogno di un impianto stereo (non 5.1, di orecchie ne ho solo 2, per ora)
quest'anno potrei anche divertirmi guardando x factor, peccato che abbia da tempo staccato l'antenna
Salvador sia un gran bel film
un'altra chitarra ci starebbe anche bene
anche un altro basso, magari per natale
sarebbe ora di tornare sul palco, anche solo per buttar giù qualche chiletto
l'unica differenza fra stalin e hitler sia il modo in cui portavano i baffi
saper leggere sia una cosa meravigliosa, che troppo spesso si da per scontata
dovrei fare un po' di esercizio fisico, il problema è decidere cosa mettere nel walkman
la gente litighi sempre di più per cose sempre meno importanti
ogni tanto sia necessario anche annoiarsi
la svizzera sia molto gradevole (il paese intendo, anche se pure la Hunziker se la gioca...)
una persona sia tanto più seria, quanto meno si prende sul serio
parecchi tifosi di calcio, più che la tessera del tifoso, meriterebbero il collare elettrico
non dovrei sforzarmi così il giorno in cui rientro in ufficio...

venerdì 23 luglio 2010

PARALLEL STRINGS




Eddie Van Halen e John McEnroe, venuti alla ribalta praticamente nello stesso periodo, pur in due mondi apparentemente molto distanti, hanno però lasciato, in pratica con le medesime modalità, un segno indelebile nella storia delle loro rispettive attività (chitarra e tennis, rispettivamente). campi di applicazione diversi, ma parecchi parallelismi: a cominciare dal nome (Mac e Van, in lingue diverse, hanno lo stesso significato), da quel Kramer, che era scritto sulla Wilson di John e sulla chitarra di Eddie (non è lo stesso Kramer però...), ma sicuramente più evidenti nell'approccio alla materia, con un'aggressività senza precedenti, una dote naturale innegabile e una tecnica personalissima, non tanto risultato di scuole e accademie, ma di sudore e applicazione. perfino i loro ferri del mestiere erano adattati alle loro caratteristiche, con le corde mollissime di John (si tira più forte, ma la palla è difficilissima da controllare), e la chitarra "frankenstein" di Eddie, con pezzi di un po' di tutto quel che era in commercio ai tempi (manico fender, corpo charvel, o viceversa, PAF gibson e l'allora non popolarissimo tremolo floyd rose). ovviamente la parte più incisiva e memorabile sta per entrambi nell'approccio pratico. la racchetta "truccata" (vedi prima), il servizio con i piedi paralleli alla linea di fondo (in pratica il suo corpo diventava una molla carica), le rotazioni ai limiti delle leggi fisiche, il gioco a rete tanto talentuoso da essere irriverente, magari senza la regolarità un po' noiosa di Borg, ma con una grinta senza limiti, che gli permetteva di rimettere in discussione tutto anche con le spalle al muro. Eddie che invece riusciva a stare in piedi su quel cavallo imbizzarrito che era il suo setup (valvole sovralimentate dal variac nei suoi marshall, un po' di riverbero e qualche pedalino sparso, niente roba computerizzata e supertecnologica, tutto il controllo era nelle sue manine sante), con cui prendeva Henrix, Clapton, Kinks blues e perfino flamenco, impastava tutto con la sua personalissima carogna, e serviva (a schiaffi) ai presenti. il tapping diventa parte integrante del suo stile (è ormai appurato che non si tratta di una sua invenzione. i più lo fanno risalire, per quanto in una forma primordiale, a Steve Hackett), ma è il suo approccio ritmico e compositivo, unito, va detto, al talento istrionico dello showman per eccellenza, sua maestà David Lee Roth, a generare quella gemma di spontaneità, energia, ferocia e sensualità animale che è Van Halen I (plauso particolare al mitico Ted Templeman, che cattura tutto quello che i 4 combinano in studio, in un'opera in cui perfino gli errori contribuiscono all'ottimo risultato). Eddie diventa probailmente il primo chitarrista rock a calamitare tanta attenzione, pur non essendo, come già Clapton e Hendrix, anche cantante. poi, va beh, non è che poteva durare in eterno, anche vista la proverbiale pigrizia del soggetto...

oggi che il tennis è in pratica ridotto a un tedioso bombardamento reciproco da parte di giovanotti ipervitaminizzati, il grande Mc e il suo genio sregolato mi mancano molto. e non la vedo molto rosa...a meno che non si cambino almeno gli attrezzi.
la chitarra ha obiettivamente qualche speranza in più. un po' perchè, a differenza del tennis, non è uno sport competitivo (sebbene nella seconda metà degli 80, e oltre, si sia tentato di farla diventare tale - esiste anche il record di note per secondo). Troppe scuole specializzate hanno sicuramente "sterilizzato" un po' troppo l'approccio e standardizzato la produzione (da notare che il buon Eddie non ha mai pubblicato un video didattico a suo nome -sebbene esistano vari corsi che ne analizzano la tecnica -, forse perchè non è mai stata la tecnica il suo punto focale? qui da noi, nel terzo mondo, vendeva i video didattici pure quel cercopiteco di richard benson...e ho detto tutto). in fondo, però, non è così infondato sperare che qualcuno che suoni con un po' di personalità, fantasia, cuore (e magari anche palle), e se non è chiedere troppo, anche un bel sorriso stampato in faccia, salti fuori...

sabato 3 luglio 2010

CRAZY FROM THE HEAT

cazzarola che sauna...e mi tocca pure restare a Milano.
va beh, un lato positivo c'è: le donne vanno in giro praticamente nude!
certo, non sempre è un bel vedere, e mi vien da dire...I wish they all could be California girls...

giovedì 24 giugno 2010

BECK TO THE FUTURE!

non potevo non omaggiare il mio chitarrista preferito nel giorno del suo compleanno (66 primavere - e non sentirle). dagli esordi con gli Yardbirds (un posticino di tutto rispetto, occupato anche da due altri giovanotti di belle speranze, tali Page e Clapton...), al Jeff Beck Group (con un ancora acerbo Rod Stewart), Beck, Bogert & Appice, a una carriera solista non da classifica, ma nemmeno priva di riconoscimenti. Grammy Awards a parte, Jeff è probabilmente il chitarrista più apprezzato dai suoi stessi colleghi, "a musicians' musician" viene spesso definito. la sua firma è sui pickup più usati del mondo, su vari modelli fender e anche su una les paul gibson (uno dei pochi, se non l'unico, ad avere un piede in casa di entrambe le superpotenze), e soprattutto sulle parti di chiatrra di artisti anche molto diversi fra di loro, da Roger Waters a Stevie Wonder, perfino Cindy Lauper e Bon Jovi... Tutto questo senza mai diventare oggetto di gossip, riservato, ma non recluso, con una sola grande passione oltre la musica: le ford hot rod, che ripara e customizza in proprio. ma è quando ha una stratocaster in mano che sai che dio esiste...100 DI QUESTI GIORNI jEFF!

lunedì 14 giugno 2010

HOW THE GODS KILL


che Valhalla Rising non fosse nulla di usuale lo sapevo dal blog di Modesty. ma che fosse una tale miniera di spunti non me lo aspettavo...anzitutto il silenzio, elemento assolutamente magnetico, ancor più coinvolgente se rapportato alla nostra chiassosissima epoca, riflessa cinematograficamente in squilli di trombe, inni tribali e tamburi. ma questo non è Troy, e nemmeno Braveheart. qui non ci sono i buoni sentimenti, non c'è l'onore, la fede è una superstizione insulsa. tutta la vicenda mi è sembrata diretta a scardinare questi valori, costruiti ed innaturali, da cui l'uomo del futuro (il bambino che accompagna il protagonista) si deve liberare per poter progredire. One Eye, il protagonista, è una specie di Cristo al contrario, con il silenzio al posto delle parabole e la scure al posto dei miracoli. il suo monocolo è un suggerimento che lo accosta al divino, tanto nella mitologia nordica (anche Odino ha un occhio solo) quanto nella nostra (l'occhio di dio nel triangolo). ma più che ai suddetti dei, secondo me è simile alla natura, alla madre terra. come la natura è silenzioso, paziente, e trova sempre una via per liberarsi da chi tenta di ridurlo in schiavitù. e la sua reazione è feroce, veloce e spietata, non concede scampo (le scene non sono, infatti, dei saggi di ginnastica a cui tutti i film d'azione ci hanno abituato). ma è anche protettivo come solo la natura sa essere, è un salmone che risale la corrente per assicurare una nuova progenie e poi consegnarsi serenamente alla natura, con una morte che assomiglia più a una fagocitosi, a un riassorbimento, che interviene quando la sua funzione si è esaurita. il bambino (l'uomo nuovo) sta di fronte al futuro (il mare), liberato dal fardello della superstizione (il vero fattore accecante, in ultima analisi), senza che a questa sia sostituito un altro dogma. c'è solo il libero arbitrio.
beninteso...è solo quella che è stata la mia impressione. un sentitissimo grazie a Modesty per il suggerimento

mercoledì 9 giugno 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - RETURNS

penso che...
Il patchouli sia forse la cosa più indisponente per il mio olfatto.
la persona che si sente in pace con tutti sia anche quella che ha più nemici, proprio per questo motivo
i baci perugina abbiano svolto un compito non disprezzabile nella diffusione della letteratura, anche se purtroppo ancora troppi pensano che "Anonimo" sia in effetti il nome di uno scrittore molto prolifico
con i presidenti democratici il dollaro americano recuperi sempre sulle altre monete. i dollari che mi sono tenuto oggi valgono 30cent in più di quando li ho acquistati. è una statistica da contadino, ma funziona
dovrei prendere lezioni di canto...non voglio diventare sting, cerco solo di non farmi male
le adidas degli anni 70 siano fra gli oggetti più belli di tutto quel periodo
il professore di storia moderna all'università avesse ragione da vendere quando diceva "di ogni avvenimento, chiedetevi 4 volte il perchè"
il fatto che nessun tecnico telecom sia mai stato ucciso, o almeno seviziato, da un utente, sia un fatto assolutamente straordinario
La corrida sia una cosa che capiscono veramente in pochi
la fantascienza anni 50, con la sua incoerenza scientifica e la sua assenza di effetti speciali, sia assolutamente più coinvolgente di quella odierna
mi farò un caffè..

I KILL YOU!


Il grandissimo Jeff Dunham con il suo personaggio più divertente. qui da noi non credo passerebbe la censura...non c'è nemmeno una parolaccia, ma qui abbiamo abbandonato il senso dell'umorismo in favore del politically correct (puah!)
enjoy

lunedì 7 giugno 2010

(I AIN'T) SUPERSTITIOUS

Qualche giorno fa mi sono ritrovato a visionare "Mio fratello è figlio unico", non so nemmeno perchè, evidentemente dovevo aver considerato di avere 2 ore da buttare. Ma anche se non gli avrei dato due lire, alla fine non l'ho trovato poi così male, malgrado la sublime interpretazione di Scamarcio, a mezz'asta come le sue palpebre. mi ha piacevolmente colpito l'episodio, epifanico per il protagonista, del concerto nell'università occupata. qui il comitato etc etc propone una versione "defascistizzata" dell'inno alla gioia (quello dell'eurovisione, per i miei coetanei), dove al posto del testo originario vengono inseriti i nomi dei vari leader comunisti, in un carosello di mao tze tung, lenin, marx e via arrossendo, fino a concludere (ma va?) con l'immancabile bandiera rossa. come se non bastasse, ecco l'intervento degli studenti di parte avversa, pronti a difendere l'onore di Beethoven (se l'hanno defascistizzato, allora prima era fascista-logico no?). segue tafferuglio con botte assortite. conclude il tutto la frase del bravo Elio Germano "ma io mi domando e dico, quando mai ve n'è fregato a voi de Beethoven?".
nel 77 ero ancora alle medie, quindi non posso confermare che ci si producesse in simili ridicoli ed inutili adattamenti, ma probabilmente la vicenda narrata proprio da una cosa del genere prende spunto. e mi chiedo: ma quante di queste cazzate ha prodotto l'ideologia? una cosa che finisce di essere idea per diventare filtro attraverso cui vedere tutto il mondo, dogma, assioma, verità unica, religione, o meglio ancora, vista la sua natura in fondo campata per aria, superstizione. e come i superstiziosi non passano sotto una scala e si toccano i gioielli di famiglia se passa un gatto nero, allora si cerca di esorcizzare tutto dandogli il colore che si è scelto, quale che sia. e via così, se sei alla maggioranza devi screditare quello che dice l'opposizione e viceversa, se sei cristiano devi scacciare i musulmani, se sei islamico devi odiare gli infedeli, se sei francese odi tutti gli altri, se sei tutti gli altri odi i francesi, se sei femminista devi aborrire i pompini, i reggicalze e i tacchi a spillo, se sei etero devi odiare i froci, se sei omosessuale devi dimostrare che sei meglio degli etero, se il candidato alla presidenza ha la pelle scura lo voti (o non lo voti) per quello, se sei comunista non vuoi saper niente di mussolini, se sei fascista non vuoi sapere niente di marx, se sei interista odi la juve, e se sei romanista la lazio (e viceversa, almeno credo). e per finire un'altra bella grattata di coglioni (cazzo, ma è pieno di gatti neri...). e intanto la paura spadroneggia, e se la ride, pure...
coraggio. :)

lunedì 17 maggio 2010

KING OF ROCK AND ROLL


IL RE è MORTO, VIVA IL RE
lo so che c'è già un altro post, ma non posso non onorare la più grande voce del rock.

venerdì 14 maggio 2010

SUMMER SONG

siccome pure io ormai mi sono rotto le palle di prendere lavate nei percorsi da e per tutte le direzioni, lancio la mia invocazione al sole. e quale migliore invocazione, se non una rievocazione dell'estate 89, le mie 5 settimane in California, su e giù per Sunset Boulevard con KNAC a nastro, Venice Beach, sole e oceano, il tutto in un'estate in cui ancora non si gridava al riscaldamento globale e la leggerezza era la sensazione dominante. e tanto per entrare nell'atmosfera, un pezzaccio di un album che usciva proprio in quei giorni, i Blue Murder di John Sykes: fresco dell'esperienza con i Whitesnake, e stufo di fare a cornate con Coverdale (anche perchè gli si rovinava la zazzera cotonata) il buon John si aggregava a due sessionmen di fama indiscutibile ( Tony Franklin al basso -già con Robert Plant e con i Firm di Page- e Vinnie Appice -già con i Vanilla Fudge ). Il risultato è forse uno degli album più straripanti del genere. Hard rock grintoso e melodico, con tutti i fronzoli del caso, assoli a 300 all'ora e belle figone siliconate, tecnica ed ego smisurati -tutto compreso. e cmq le rockstar le voglio così, camicia aperta e les paul nera e rubinetto dell'edonismo aperto. anche non solo d'estate, affanculo le menate...

martedì 4 maggio 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - RELOADED

Penso che:
sia ora di cominciare a considerare un posto dove andare in vacanza
l'orgoglio sia il sentimento che causa più errori in assoluto
non mi farò mai crescere la barba
musica e politica non dovrebbero mai diventare l'una motivazione dell'altra
mi si possa definire un occidentale senza sensi di colpa
Cat Stevens sia veramente palloso
nonappena ci saranno 15 giorni di sole, sarà emergenza siccità
la mia vicina di casa sia abbondantemente prevenuta nei miei confronti
il ponte sullo stretto non serva a niente
il sistema sanitario italiano si regga anche troppo sulla vanità dei volontari
la caduta del muro di Berlino abbia complicato tutto
ci sia da chiedersi perchè, se noi abbiamo aderito al trattato di kioto e loro no, a new York i trasporti pubblici vadano tutti ad elettricità, e a milano non ancora
se sulla 90\91 controllassero i biglietti, riuscirei sempre a sedermi
la cipolla sia un vero capolavoro della natura
il senso della misura sia la qualità più necessaria in assoluto
il cavallo di Caligola non sfigurerebbe fra i parlamentari attuali, e sicuramente sporcherebbe di meno
Milano 25 anni fa fosse molto meglio
l'unione più che la forza, faccia la forca
i designer del terzo reich fossero veramente dotati
non riuscirò mai a non essere in ritardo, ma tanto per provarci, oggi me ne vado prima

mercoledì 28 aprile 2010

RESISTANCE

1944. in un paesino del nord Italia, pochi abitanti divisi fra pescatori e contrabbandieri, la sciura Bianca cerca, tra mille problemi, di mandare avanti la sua trattoria con accluso biliardo. è da poco rimasta vedova, suo marito era riuscito a superare la silicosi (era minatore in Belgio), ma alla fine il cuore non ha retto allo sforzo. in un nord tormentato dalla penuria di approvvigionamenti quale quello dell'ultimo anno di guerra, andare avanti è dura, ma con una bimba di 4 anni da crescere, di scelta non ce n'è. da qualche tempo riceve, anche a ore improbabili, le visite di soldati occupanti, che pretendono di cenare, a volte anche minacciandola con le armi. e naturalmente non si sognano nemmeno di pagare. ma le forniture lei le deve pagare, ed è già oberata di debiti. allora si decide a fare un gesto che i suoi conoscenti definiscono incosciente, da pazzi, specialmente in questo periodo, nel quale la vita sembra non valere nulla. prende la figlia in braccio e va al comando a reclamare quello che le spetta. sa che la potrebbero, nella migliore delle ipotesi, respingere senza usare le buone maniere. sa che la potrebbero uccidere, e anche per questo porta con se la bimba. chi se ne prenderebbe cura se lei non ci fosse più? nessuno, lei lo sa. ma non succede così. a volte la disperazione ottiene dei risultati insperati. il comandante la riceve, le chiede chi siano i responsabili, lei glieli indica, e infine viene rimborsata. se ne torna calma al paesello, che l'aveva ormai data per persa, e che adesso si toglie il cappello. solo più tardi, o più probabilmente mai, si chiederà quanto coraggio ci sia voluto. sarà lo stesso coraggio con il quale, qualche mese dopo, scaccerà in malo modo dei baldi giovanotti che, in un impeto di "patriottismo", avevano deciso di rapare a zero una ragazza di 16 anni, che era fuggita terrorizzata nella sua trattoria. a lei non interessava chi aveva vinto la guerra, non le interessavano le ideologie, semplicemente pensava che non potesse esistere motivazione valida per un atto così vigliacco, barbaro e insensato, non meno efferato di una violenza carnale, e troppo simile a quella brutalità di cui si accusava "il nemico". e ancora, qualche tempo dopo, sarà l'unica ad offrire un impiego a una donna che era stata davvero sul carro delle "rapate". perchè alla sciura Bianca non fregava niente della politica, di chi aveva vinto e di chi aveva perso, ma le importava di aiutare un'amica. perchè la resistenza non è slo quella che si fa con il fucile in mano, ma soprattutto quella che si combatte contro la metà oscura della natura umana, che cova dentro ognuno ed aspetta solo il momento di rivelarsi in tutta la sua nefandezza, spesso al riparo di una bandiera, quale che sia.
questa non la trovate sui libri, ma è storia.

venerdì 23 aprile 2010

TAKE IT EASY

Tanto per non correre il rischio di prendersi troppo sul serio, in particolare riguardo alla musica, le sue correnti e i troppi stereotipi... ho scoperto questa deliziosa serie di cartoons. tutto per ridere, ma c'è anche tanta verità....


mercoledì 21 aprile 2010

DUST IN THE WIND

Il pianeta Terra si sta stufando di noi. ogni tanto, bontà sua, ci manda qualche piccolo avvertimento... visto che ormai ha stabilito che gli tsunami nel terzo mondo non importano a nessuno, o quasi (a parte forse i turisti), è diventato un po' più furbo ed è andato a colpire quello a cui più la nostra società sembra tenere: il portafogli. del resto, perchè passare sempre per cattivo, spietato, incontrollabile? basta uno sbuffo, una specie di scorreggina, e tutti a terra. tutti, per una volta, a mandare affanculo tabelle, schedulazioni e programmi, tutti a non poter avere, anche se forzatamente, fretta. e soprattutto un bel po' di soldini in fumo...come a dire: non pensate che io possa solo scuotervi un pochino, se voglio vi faccio diventare poveri. e questo è solo un avvertimento...

giovedì 15 aprile 2010

CANADA'S FINEST




In Canada hanno proprio tutto: la natura più incontaminata, la bandiera più bella del mondo, il sole, la neve, l'hockey, l'NBA, Ken Kesey, Mark Myers, il petrolio, l'acero, lo sciroppo d'acero, la Molson, le aragoste... ma soprattutto sono parecchio "coperti" per quanto riguarda il panorama musicale. da Leonard Cohen a Celine Dion (sic), passando per Neil Young, BTO, The Guess Who, Triumph, the Tragically Hip, Cancer Bats, Harem Scarem, Saga, Bryan Adams, Voivod, Anvil, I mother earth, Devin Townshend, Alanis Morissette, Frank Marino, The Tea Party, insomma ce n'è un po' per tutti. ma i miei preferiti, da quando il passaparola studentesco me li fece conoscere nel lontanissimo 1981, restano i Rush. tre strumentisti di primissimo ordine, che hanno attraversato ormai più di 35 anni di carriera, senza rifiutare nuovi suoni e strumenti, ma suonando sempre e solo come i Rush. la cura in tutti gli aspetti, dall'impianto strumentale, alle liriche sempre curatissime, fino alla veste grafica, è sempre stato il loro marchio di fabbrica. visti a Milano nel 08, 3 ore circa di concerto spettacolare, e anche parecchio divertente (proprio nel senso comico del termine, con i filmatini, cartoni animati e quant'altro a contorno), senza eccessi come tutta la loro carriera, solo grande classe.


giovedì 8 aprile 2010

A PLACE FOR THOUGHTS - CONTINUED

Penso che...
la birra sia una delle più grandi invenzioni dell'uomo.
la gente non abbia la più pallida idea di cosa sia la libertà, basti pensare che aspetta sempre qualcuno che gliela dia.
l'odio e il risentimento siano sentimenti inutili, un po' come bersi del veleno e sperare che muoia qualcun altro.
sarebbe una bella cosa se mi rimettessi a scrivere qualche canzone...ho un po' di idee ma rimango troppo pigro.
finchè chi vince cerca come prima cosa la vendetta, la storia dell'umanità sia destinata a ripetersi all'infinito.
Nico non avrebbe mai potuto cantare nel mio gruppo, ma avrebbe potuto essere una discreta lap dancer.
i dibattiti politici italiani siano inferiori come livello anche alle (finte) liti fra corno e crudeli.
a parte il rilievo di qui sopra, cercherò di astenermi il più possibile dal parlare di politica.
beautiful fosse molto più simile alla vita reale di quanto non si potesse pensare.
se potessi avere lo stesso stipendio non lavorando, non lavorerei.
la televisione sia una gran cosa... se devi fare un po' di luce in una stanza buia
l'intimo femminile sia un vero piacere per la vista
i poeti (e i musicisti) "maledetti" siano spesso abbondantemente sopravvalutati
i comici e i musicisti "allegri" siano spesso abbondantemente sottovalutati
i soldati ridano spesso negli intervalli fra gli scontri a fuoco
che sia ora di uscire da questo ufficio cazzo sono le 7 e un quarto!

venerdì 2 aprile 2010

FORGOTTEN SONGS - THE TUBES



i Tubes mi hanno sempre divertito parecchio. il loro atteggiamento, apparentemente scanzonato, prende di mira di volta in volta un po' tutti gli elementi della società americana, dello showbiz, del consumismo, e persino il loro stesso pubblico (white punks on dope). il tutto portato poi sui palchi come una specie di circo in cui si alternavano acrobati, ballerine e i personaggi assurdi e inquietanti creati dal cantante Fee Waybill (il mitico Quay Lewd, una sorta di clown strafatto e chiassoso, il cui nome ricalca Quaalude, il più famoso e abusato sedativo americano). "what do you want from life" è il loro punto di partenza, in cui ci presentano, in una specie di televendita, una serie di articoli, sicuramente un po' ridicoli, che stavano diventando una "necessità" negli anni 70 americani (necessità farlocche che sono drammaticamente attuali dalle nostre parti proprio di questi tempi). naturalmente i giochi di parole si sprecano, non ultimo proprio l'ultima frase "a babys arm holding an apple" (basta immaginarlo per capire di cosa sia la metafora).
da noi si sono affacciati con un paio di singoli nei primi 80, ma a quel tempo per noi erano ancora "americanate"...

giovedì 1 aprile 2010

FORGOTTEN SONGS - THE TEA PARTY



Just another band out of Canada...
quasi sconosciuti nel vecchio continente, nel natio Canada sono andati avanti per diversi anni con la loro miscela di Led Zeppelin, Doors (la voce di Jeff Martin ha un certo debito con mr Morrison), soprattutto nei primi album, e in certi momenti anche Nine Inch Nails. Come capita spesso per le produzioni canadesi, il suono è sempre curatissimo ed elegante, scuro ma non troppo, incarognito senza esagerazioni. Sempre parecchio teatrali nei video, marciando anche troppo, a volte, sul facciotto da piacione di JM.

mercoledì 31 marzo 2010

A PLACE FOR THOUGHTS

Penso che...
dubiterò sempre di chi dice di conoscermi bene, e ancora di più di chi dice di sapere cosa è meglio per me.
non esista cosa più triste di chi a 20 anni ha programmato la sua vita.
troppa gente creda di avere coscienza della propria identità, solo quando ha trovato (o gli hanno trovato) un nemico.
tantissime persone non sappiano cosa gli piaccia veramente, ma sanno quello che piace agli altri.
pensare che Obama cambierà le cose perchè ha una pigmentazione più scura, che tutti gli omosessuali sono più sensibili, che tutti i negri hanno il cazzo lungo, il senso del ritmo e giocano bene a basket, sia la forma di razzismo più grave.
nonostante mi piaccia molto la verdura, ma non diventerei mai vegetariano.
Gesù Cristo mi è sempre stato simpatico, e sicuramente gli piacciono i Doobie Brothers.
Suonare il basso non voglia dire tentare di essere Marcus Miller.
un giorno forse me ne andrò in Canada.
un'altra cosa triste sia che certa gente non manda i figli a scuola, perchè preferisce pagare il canone di sky e di fastweb.
avere una donna ideale sia assurdo, a meno di chiamarsi Frankenstein.
non mi piace chi scrive canzoni tristi, poi non si sente capito e magari si suicida.
Robert Plant e David Coverdale siano gli unici cantanti che restano credibili urlando "oooohhh baby!"
Bob Dylan abbia scritto le sue prime canzoni (e magari non solo quelle) pensando che così si sarebbe scopato un sacco di ragazze.
Gene Simmons continui a scrivere canzoni per far pensare che lui si scopi un sacco di ragazze.
Le parti di chitarra su "Nevermind" le abbia suonate tutte Dave Grohl.
....

se fossi famoso ste cose le potrei dire in TV, ma per fortuna non è così.

martedì 23 marzo 2010

UNDERCOVER

cover band o bando alle cover? annoso problema... va beh, per cominciare, non ttte le cover\tribute band hanno le stesse motivazioni o gli stessi obiettivi. per prime escluderei come ingiudicabili quelle che lo fanno per portare a casa il pane. quello è un lavoro, e il lavoro risponde a un'esigenza di mercato. se la richiesta è quella, quello bisogna fare (oppure cercarsi un altra occupazione). fra tutti quelli che rimangono, la motivazione (almeno spero e credo) più frequente è sicuramente il divertimento. soldi non ce ne sono, al massimo i compensi sono dei rimbrorsi spese. si crca di suonare qualcosa che diverta prima di tutto chi la suona, ma bisogna comunque ammiccare al gusto dei proprietari dei locali (di solito non proprio il massimo della ricercatezza). di solito ci si riesce anche senza troppi sforzi, e volendo senza sputtanarsi troppo (qui ognuno sceglie il suo livello di compromesso). avendo fatto parte, e facendo parte tutt'ora, di cover\tribute band posso dire che il motivo principale per cui lo faccio è che mi piace suonare dal vivo. semplicemente la trovo una delle cose più divertenti in assoluto. naturalmente il repertorio deve piacermi, almeno in buona parte (qualche compromesso in un gruppo ogni tanto ci sta), e preferisco che non diventi un lavoro, se per questo devo diventare un juke-box. ovvio che preferirei essere in giro a suonare i miei pezzi, e questo si farà appena possibile, anche in perdita (nei locali già con le cover c'è poca trippa per moltissimi gatti, non oso immaginare per la roba originale). Torni a casa stancuccio, ma almeno ti sei divertito, hai bevuto e mangiato a scrocco, hai surrealmente sghignazzato (come sottolineava webatici) guardando gli ubriachi che pogano mentre suoni "whole lotta love", più raramente hai conosciuto qualche bella topa (ancor più raramente sei andato al di la di quattro chiacchere, ma ahò, c'è da smontare...), e cosa da non sottovalutare a fini di esperienza, ti sei esercitato nel problem solving (viste le quasi sempre approssimative condizioni acustiche in cui ti trovi sul palco). da spettatore, è tutt'altra storia. non vado praticamente mai a sentire suonare nessuna cover\tribute band, salvo rarissime eccezioni (amici, parenti e conoscenti che ti invitano, più raramente cose che mi interessano davvero). ma credo che, in generale, chi suona si annoia abbastanza nel vedere altri farlo (parlando di pub e birrerie almeno). ma qualche utilità ce l'hanno, le cover band? non tutte,certo, ma qualche eccezione c'è...
posto che qualche concessione a chi ti ingaggia devi pur farla, il grosso del repertorio (quello che non metti sulla demo, per intenderci) te lo puoi abbastanza gestire. e qui puoi, se non altro, sfuggire alle solite banalità. per quanto non siano pezzi tuoi, è quasi confortante notare che a volte al pubblico piacciono anche canzoni che prima non conosceva (per le ben note ragioni). spesso anzi solo da qualche cover band alcuni vengono a conoscenza di pezzi, e gruppi, che magari fanno parte da sempre del patrimonio culturale di chi suona, ma che restano ignorati dai più. le poche volte che capita, ti senti quasi utile. ricordiamoci che la meggior parte dei frequentatori di birrerie, feste di piazza ed eventi a cavallo del ferragosto, a malapena sa chi sono Clapton e i Led Zeppelin, non ha mai sentito nominare gli Who (anche se si sta ancora chiedendo chi è che canta la sigla di C.S.I.) e quando ti chiede di suonargli "quella dei guns" intende "knocking on heaven's door"....

TUMENI NOTES


Proseguendo nelle recenti discussioni su quale importanza abbia o no abbia la tecnica strumentale, mi torna in mente un veccio libro di cucina che ho trovato nella libreria di casa. nella lista degli ingredienti si trova sempre, o quasi, la medesima frase: "sale quanto basta". La sapienza antica, quella che ha costruito le piramidi, per intenderci, più che calcolare, fare tabelle e statistiche, si affidava alle proporzioni. la logica era quindi fondata, prima di tutto, sul senso della misura. è verissimo che concentrarsi esclusivamente sulla tecnica, fare le gare di velocità, produce veramente poco di buono (basti pensare a fenomeni da baraccone come Michael Angelo Batio, paurosamente tecnico, ma piuttosto povero di idee), anche il rifiuto della stessa non è che faccia progredire la musica. la tecnica si può decidere di non usarla troppo, ma chi la tecnica non ce l'ha non può certo fare il ragionamento contrario...secondo la mia modesta opinione, è sempre meglio avere qualche freccia in più al proprio arco, che non restare senza a metà strada. Il fenomeno del punk ha senza dubbio avuto il merito di riportare con i piedi per terra un rock che stava cominciando a svolazzare un po' troppo, ma, come ogni arma a doppio taglio che si rispetti, ha anche messo in testa a qualcuno che bastava saper accendere un amplificatori e si diventava di colpo musicisti. poi magari, in un atto "ribelle e liberatorio" (sto ridendo) si sfasciavano gli strumenti sul palco (sta ridendo scompostamente anche Pete Townshend), ma certo, era tutto quello che permetteva la "tecnica" in loro possesso. A me sembra che, in principio, quest'ultimo atteggiamento abbia una componente edonistica non inferiore a quello che porta altri personaggi a scaricare raffiche di 64esimi (magari con il sorriso sulle labbra, ben consci di farlo solo per divertimento - il titolo del post è l'autoironico titolo che Steve Morse ha dato a uno dei suoi pezzi). solo la forma è diversa. il mio gusto personale mi fa propendere per i secondi, che, se non altro, fanno qualcosa che assomiglia alla musica. è comunque più probabile fare qualcosa di bello suonando una chitarra, che non sfasciandola per terra... In italia ci siamo poi trovati anche luminari del calibro di renzulli, ma lasciamo perdere, non voglio infierire.
sempre a mio modestissimo parere, se ami la musica, cerchi di comprenderla, di capirne il linguaggio, gli strumenti espressivi, le possibili varienti tecniche. proprio perchè se vuoi fare musica, se vuoi esprimerti meglio, mi sembra fuori luogo rifiutare di imparare qualcosa. anche perchè che c'è di male a suonare bene? a cantare intonati? certo, magari non è "alternativo", quindi in certi circoli è qualcosa da nascondere. ma vorrei sperare che almeno la musica riesca ad evadere certi sterili preconcetti ideologici...

lunedì 15 marzo 2010

THE CRYING GAME

Le lacrime sono forse la osa che tendiamo di più a nascondere. Per quanto giustificate, per quanto espressione più evidente e fisica dei nostri stati emotivi, le tratteniamo quasi sempre con la paura di sembrare deboli. i più inibiti le tratterranno per non sembrare effeminati. Invece, quando sono la manifestazione fisica di un'emozione (specialmente della gioia), sono una specie di antidepressivo naturale. un modo semplice ed efficace che la natura ci ha fornito per eliminare un sacco di scorie che continuiamo a trattenere, e che, per inciso, se si sedimentano, fanno anche male.
I ritmi che dobbiamo tenere ogni giorno lavorano però contro quasi ogni manifestazione emotiva. dobbiamo essere "persone serie". non so voi, ma ogni tanto sento il bisogno di lasciar correre il flusso delle emozioni, e un bel pianto è quanto di più purificante si possa fare (almeno da soli). se poi ci si aiuta con un "catalizzatore" non c'è nemmeno bisogno di concentrarsi... basta farsi trasportare. a me, uomo dai gusti semplici, basta riguardarmi qualche scena di Forrest Gump, oppure, aggiungendo il trasporto musicale, il finale di Rent (musical visto qualche anno fa a Broadway, ma c'è anche il film). niente roba impegnata, niente cervello, niente elucubrazioni, niente bla bla bla...

venerdì 12 marzo 2010

WORD OF MOUTH

A volte mi chiedo perchè, ogni tanto, le varie fonti di "informazione" ci propinino espressioni "nuove", per indicare cose, azioni o persone che nella nostra parlata quotidiana hanno già un termine più che consono ad indicarne il significato. Partendo dall'usanza più odiosa, quella del termine "politicamente corretto". A quale malato di mente (o accademico della crusca, il passo è breve) è venuta in mente l'espressione "diversamente abile"? cos'è? forse pensava che chi ha qualche problema fisico e\o di altra natura si senta meglio, perchè, è ovvio, siamo tutti diversamente abili gli uni dagli altri...e via così, non vedenti, audiolesi, cerebrolesi, tirolesi etc.. forse che cieco e sordo, da aggettivi puri e semplici, sono diventati degli insulti insopportabili? per non parlare dell'odiosissima questione "negro-nero". non so chi ha deciso che l'uno fosse diventato un improperio (il che ha costretto a non poche acrobazie per riuscire a cantare ancora "siamo i watussi"), e solo gli spagnoli si sono salvati (da loro è la stessa parola).
Altra meraviglia: da un po' di anni, i fiumi e i laghi non straripano più, esondano o tracimano.
e poi, perchè mai la macchinetta che ti timbra il biglietto in metropolitana si chiama "obliteratrice"? con un nome del genere, hai paura ad avvicinartici. non vuoi mettere le mani vicino a qualcosa che oblitera (cioè annulla). e poi, da che mondo è mondo, anzi da che metro è metro, il biglietto si timbra...

martedì 2 marzo 2010

FORGOTTEN SONGS - KING'S X

anni 80...hit parade americana che trabocca di bon jovi, poison, skid row etc etc. inciampo nel loro primo lp, "out of the silent planet". qualcosa di più profondo dell'ambiente rock circostante, che parte da Hendrix, dai Beatles, dal soul, e passa per i Led Zeppelin, Mother's Finest. visti quasi per caso a Santa Monica nell'89...grande energia e un bel "pieno" sonoro e vocale per essere un trio. si sapeva che non avrebbero fatto i miliardi, ma almeno non si sono ancora sciolti. rivisti l'inverno scorso, concerto breve ma anche a buon mercato (sui 15 euri,se ricordo bene). i ragazzi (ehm...Doug Pinnick ha 62 anni...) ci sono ancora.


venerdì 26 febbraio 2010

PROGTOLOGY

Prog...bei tempi quando questa parolina ancora non rientrava nel mio vocabolario. a me il rock è sempre piaciuto, fin dall'epifanico momento (correva l'anno 1971) in cui mi capitò di sentire di sfuggita alla radio Paranoid. non è che mi lanciai subito alla ricerca di vinili e cassette, anche perchè ero in prima elementare e a quei tempi dovevi essere un fan dello zecchino d'oro. time warp fino al liceo...al cineforum ci fanno vedere Tommy (il film degli Who) e bang! finalmente qualcosa di esaltante, con quella tensione drammatica che per forza ti affascina in giovine età. nel frattempo vacanze in Inghilterra, e via con Supertramp,Yes, Police etc etc. Tutto rock. figo. arriva il 1980, back in black...booom! e via per quella strada, seguendo il campanone di hell's bells, avanti con gli Iron Maiden, fino ai Metallica e agli Slayer. heavy metal. figo. e proprio in quegli anni alcuni amici cominciano a farmi sentire prima i Rush (che ancora adesso stazionano fissi nelle mie preferenze), poi i Marillion (per cui prendo un'imbarcata eterna) e infine i Genesis (che ovviamente avevo già sentito, ma che non si erano fissati proprio indelebilmente nelle mie giovani orecchie, peraltro quotidianamente bistrattate dal metallo pesante). e salta fuori la parolina...prog! sulle prime non ci faccio caso, per me è ancora tutto rock, ma comincio ad affezionarmi a certe atmosfere, e soprattutto in parecchi casi sono esterrefatto dalla tecnica di sta gente che, cazzo, suona da paura. Comincio a suonare anche io, a provarci almeno. Primo concerto, da cantante peraltro (ancora non fumavo e l'ugola sparava bene) davanti a una millata di studenti l'ultimo giorno di scuola. paura zero, mi sentivo come un maiale nella palta, a casa mia. scelgo anche il mio strumento, il basso. quello che non voleva nessuno, perchè cazzo la chitarraangus youngbla bla bla... e via suonando, rock ma non ti basta, vuoi saperne di più e allora rispunta la parolina...prog! e via a comprarsi Yes, ELP...finchè non arrivano i Dream Theater...che cazzo sono? rock si, ma con qualcosa di più, tempi dispari, tecnica spavento, allora, cazzo, sarà ...prog! e cominci a dirti, vai, mi piace il prog,non lo capisce nessuno, quindi sono più figo di loro..yeah! poi fai l'errore clamoroso. cominci a frequentare gli "esperti", e a "farti una cultura". e questi non solo non sono contenti, ti schifano perchè tu non rimani estasiato sentendo i Matching Mole, fai la faccina quando senti la lagna che esce dalle corde vocali di Robert Wyatt, guardi le copertine dei Gong e distogli lo sguardo perchè non c'è neanche un po' di nero. e allora ti forzi, e giù a comprare VDGG, Hetfield and the North, perchè no,anche Il Balletto di Bronzo, e tutto (quasi) quanto ti nominano gli "esperti", perchè devi capire, perchè il ...prog! è figo. e magari capisci pure, siccome sei uno studente di lingue traduci i testi, capisci perfino qualche riferimento letterario. Però, cazzo, non ce la fai. E ste cose cominciano anche a farti un po' schifo, ti sembra di avere le mani nel vinavil. poi una sera, mentre metti in ordine i vinili, che ormai sono un bel mucchietto, vedi che la faccia di Hetfield (James, quello dei Metallica) ti sta guardando con una certa cattiveria, il suo ghigno incorniciato dalle pustole acneiche (retrocopertina di Kill'em all) ti sembra un po' più incazzato di come te lo ricordavi. certo che è imbufalito...dove sono i chitarroni, i capelloni, il chiodo...le belle fighe perdio! (in realtà ha usato un'altra espressione)
e in quel momento lo sai...hai sbagliato tutto. e per caso di li a poco un amico ti chiede se vuoi fare un po' di cover dei Van Halen, che naturalmente nel tuo periodo prog hai schifato, perchè il basso era troppo dritto. e dici di si, e ti diverti, suoni, salti, metti via anche due lirette, e scopi pure...
quindi magari ti tieni la roba che avevi sentito in gioventù, Yes, Pink Floyd, Genesis, etc., quando era ancora tutto solo rock. figo. ma quando senti la parola ...prog! è come se sentissi un dito guantato di lattice che si insinua dove non vorresti mai. e rispondi nell'unico modo consono. ...prog?....Proooottt!

giovedì 25 febbraio 2010

DARE TO BE STUPID



questi hanno capito tutto...

mercoledì 24 febbraio 2010

FORGOTTEN SONGS - 2 - IT BITES


Tutte le strade portano a Roma, dice la saggezza popolare. Gli It Bites li ho sentiti per la prima volta nientemeno che a deejayTV, annunciati dall'allora solo dj Gerry Scotti. Singolo orecchiabile (Kiss Like Judas - bel titolo...), ma non credevo molto di più. L'album invece (Once Around The World - che ho poi acquistato in Germania, qui non l'ho mai visto), permetteva di apprezzare meglio le qualità dei quattro inglesi di Egremont, Cumbria. é un disco travestito da pop anni 80, suoni di tastiera molto DuranDuran, ma ascoltato bene non è poi così semplice. Spicca la chitarra di Francis Dunnery, ma non sono da meno certi intrecci ritmici e tempi ribaltati (che peraltro non vanno a impestare l'andamento melodico, lasciando intatta la scorrevolezza pop delle melodie). Per ballare però non andavano bene (ai tempi in un disco "pop" di pezzi da un quarto d'ora se ne vedevano pochi...), e sono spariti dopo 3 album e un live. di recente, visto che in UK non se li sono dimenticati, sono tornati alla ribalta (di nicchia naturalmente, e senza il buon Dunnery, ma con John "prezzemolo del neo prog" Mitchell, alla chitarra e voce) con un dischetto non male e parecchio riminescente degli esordi (The Tall Ships). Non credo che riuscirò mai a vederli live qui, ma non si sa mai...al limite si parte per la Britannia!


UMPHREY'S MCGEE



Scoperti di recente... mi ricordano molto il Canterbury, e sono dei gran manici, il che non guasta!

VISIONS - Reign Over Me


Mi ci sono avvicinato attirato dal titolo, e non poco prevenuto vista la presenza di Adam Sandler. Posto che con un tale titolo, la canzone in oggetto ci DOVEVA essere (tocca aspettare fin quasi alla fine per sentirla, ma sottolinea il momento clou), mi ha invece piacevolmente sorpreso la prestazione di Sandler, che per una volta non ha lo scopo unico di far (sor)ridere. con la zazzera selvaggia anzi è piuttosto credibile nella parte dell'alienato (oltre che essere praticamente il sosia di Bob Dylan...), che ha perso la famiglia nell'attentato alle torri gemelle, e si è semplicemente voluto dimenticare il mondo da quel giorno in poi. Il suo rifugio, non originale ma più che plausibile, è la sua immensa collezione di vinili, metafora ovvia ma sempre gradita di un mondo che aveva altri ritmi, e probabilmente meno paure di quello cominciato dopo l'11 settembre 2001. Un po' un Hi-fidelity virato sul dramatico, se vogliamo, ma non privo di momenti comici (come un altro film da cui prende parecchi spunti, Rain Man). Nulla di miracoloso, ma a me è piaciuto...

venerdì 19 febbraio 2010

REVOLUTION


Oggi, 19 Febbraio, è il compleanno di Niccolò Copernico. Da quando ha dimostrato che il nostro amato pianetucolo non è al centro di una beata fava, l'umanità ha guardato verso il cielo in un altro modo...

mercoledì 17 febbraio 2010

FORGOTTEN SONGS - 1- MARILLION


I Marillion... li ho seguiti dal 1982, ancora imberbe liceale, da quando un amico che era stato in vacanza in UK aveva portato alla mia conoscenza il loro primo singolo, Market Square Heroes. Li ho seguiti nel loro massimo splendore internazionale (pure dalle nostre parti erano famosi, del tipo 3 dischi in classifica su sorrisi e canzoni), ho continuato a seguirli anche quando la EMI li ha scaricati e sono diventati una cult band. Di solito chi ha successo e poi si trova relegato ai margini del mercato dura poco, o vivacchia sulle glorie passate. Loro invece si sono scavati la nicchia e l'hanno pure arredata, anzi sembrano quasi più a loro agio in questo stato, più povero, ma anche più libero. E soprattutto la loro musica non ha mai smesso di andare avanti, di raffinarsi e di maturare. Inutile quasi sottolineare che la loro produzione negli ultimi 15 anni è passata quasi inosservata, almeno dal mercato. Non sono avvenenti come i backstreet boys, e non hanno la bocca larga di Thom Yorke, non hanno il pessimismo di tendenza che ha tanto favorito il grunge, ma proprio per questo non sono prigionieri di un cliché, non sono costretti ad accontentare nessuno. Nemmeno loro sono infallibili, ma di perle ne hanno infilate parecchie, e la collana non è ancora, per fortuna, finita.

venerdì 12 febbraio 2010

YES, WE CAN YOU SEE ME?

Obama. quanti hanno pensato che il mondo fosse cambiato, o che si apprestasse a cambiare, dopo la sua elezione a uomo-più-potente-del-mondo? ho perso ilconto di quanti ho sentito dire che ora la gente di colore avrà più cosiderazione, che lui sì, può capire il disagio delle minoranze, che adesso ci sarà la vera uguaglianza...
fermiamoci un attimo. ma uno che ha usato il suo colore come una bandiera elettorale, contando sul consenso (scontato) degli afroamericani, e non meno sul senso di colpa del mondo occidentale, potrà mai farci sentire tutti uguali? personalmente ne dubito parecchio...
beninteso, mi sta anche simpatico, e poi gli piace il basket. un punto per lui. spero anche che riesca a combinare qualcosa con il programma sanitario, ma francamente il nobel per la pace a uno che poi non riceve il Dalai Lama per non offendere i (clienti) cinesi, io non l'avrei dato. che io sappia, il nobel si da per meriti,non sulla fiducia. spero che col premio in denaro abbia almeno fatto un po' di beneficenza...ma lasciamolo lavorare, poi tireremo le somme.
a mia memoria è esistito un solo personaggio pubblico che ha fatto dimenticare tanto di che colore era lui, quanto di che colore eravamo noi. senza fare proclami, senza fondare partiti. semplicemente facendo quello che sapeva fare meglio, suonare la chitarra. se non ci siete ancora, ve lo dico: Jimi Hendrix.
talmente avanti, per quei tempi, che non poteva non arrivare a tutti. incalcolabili i pregiudizi razziali che si sono frantumati sulle note tirate del primo minuto di Foxy Lady, inarrivabile l'influenza che ha avuto, e ancora oggi ha, il suo stile assolutamente trasversale, transculturale, semplicemente superiore. credo che nemmeno lui si rendesse conto del suo impatto culturale, lui suonava, punto.
purtroppo se n'è accorto qualcun altro, e l'hanno tolto di mezzo...


JIMI

giovedì 11 febbraio 2010

TANTO PER COMINCIARE

non sapendo cosa scrivere nel primo post, ho deciso di rubare qualcosa al mio amico Zio Scriba, sperando che non me ne vorrà, cioè la sua intervista\questionario. a me non piace molto fare domande,ma mi piace rispondere...


Il tratto principale del suo carattere?

la pigrizia.

Le qualità che preferisce in un uomo?

l'intelligenza, e sul lavoro la correttezza.

E in una donna?

l'armonia. di forme e contenuti.

Il suo principale difetto?

di questi tempi forse l'impazienza.

Il suo sogno di felicità?

potermi dedicare alle mie passioni senza dovermi preoccupare della sopravvivenza.

Il suo rimpianto?

non aver cominciato a suonare prima.

L’incontro che le ha cambiato la vita?

con me stesso davanti allo specchio.

Sogno ricorrente?

i sogni che faccio non ritornano mai. forse hanno paura di me...e comunque non me li ricordo.

Il giorno più felice della sua vita?

oggi.

E il più infelice?

credo di averlo rimosso.

La persona che richiamerebbe in vita?

parecchi, ma sotto forma di lombrichi da pesca.

Quale sarebbe la disgrazia più grande?

perdere la voglia di imparare.

La sua goduria più perfida?

vedere gli altri rosicare.

Materia scolastica preferita?

inglese

Animale preferito?

quasi tutti. alcuni solo a debita distanza, naturalmente

Colore preferito?

verde.

Città preferita?

New York.

Popoli amati o ammirati?

"popolo" è una definizione troppo larga...purtroppo comprenderebbe anche troppi stronzi.

Bevanda preferita?

Birra.

Il piatto preferito?

risotto con l'osso buco.

Il suo primo ricordo?

il primo giorno all'asilo. pensavo di essere stato abbandonato.

E il ricordo più bello?

il primo canestro in una partita ufficiale, il primo concerto…

Se avesse qualche milione di euro?

potrei dire che i soldi non sono tutto nella vita...

Libro preferito di sempre?

Fight Club.

Libro preferito degli ultimi anni?

il ciclo di Hap e Leonard di Lansdale.

Autori preferiti in prosa?

Palaniuk, King, Bukowski, Hemingway, Orwell, Huxley, il primo Ammaniti.

Poeti preferiti?

John Keats, Filippo Tommaso Marinetti, Walt whitman.

Pensatori?

Gene Simmons (sì, quello dei Kiss), Gesù di Nazareth, specialmente quando si incazzava, Kevin smith.

Cantautori preferiti?

Giorgio Gaber, Lucio dalla.

Musicista?

per diverse ragioni: Jeff Beck, Sting, Roger Waters, Miles Davis

Cosa canta sotto la doccia?

"Way down in the hole", nella versione di Tom waits.

Attori?

Steve Buscemi, Woody harrelson, Robert de Niro, Sasha Baron Cohen.

Il suo eroe o la sua eroina?

Zagor.

Pittore preferito?

Roy Lichtenstein.

La trasmissione televisiva più amata?

Carosello.

Cosa le piace di meno nella tv di oggi?

che è tutto "politically correct". e mi fa schifo quando tutti cominciano a usare una parola "nuova" (es. i fiumi non straripano più, esondano)

Film cult?

Forrest Gump, So Fuckin What, Colpo vincente, The Commitments, La Grande Guerra, Sono Fotogenico, Un Sacco bello.

Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe?

rivorrei tutti i capelli.

Personaggio storico più ammirato?

Jimi Hendrix.

A chi chiede consiglio nei momenti difficili?

ai neuroni ancora funzionanti.

Il suo migliore amico?

me stesso.

L’ultima volta che ha pianto?

qualche giorno fa.

Sport preferito?

è sempre stato il basket, ma oggi anche quello è questione di soldi.

Più bel complimento mai ricevuto?

"sei il miglior acquisto dopo Van Basten al Milan" detto dal chitarrista del mio gruppo, pur non avendo conoscenza approfondita, comprendo che la similitudine deve voler dire molto per un tifoso della compagine in oggetto.

Personaggio politico più detestato?

mi fanno schifo un po' tutti.

Quel che detesta di più?

l'ignoranza spacciata per simpatia, che diventa un modello di vita.

Cosa pensa dell’umanità in generale?

mi diverto a conteplarne lo sfacelo.

Se non avesse fatto il mestiere che ha fatto?

un altro mestiere.

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto?

la fiducia.

Le più grandi invenzioni umane?

la musica, la birra, la scrittura.

Se le si parasse davanti l’uomo più potente del mondo, cosa gli direbbe?

credo che non lo riconoscerei.

Il dono di natura che vorrebbe avere?

l'orecchio assoluto.

Attuale stato d’animo?

irrequieto.

Come vorrebbe morire?

bisogna proprio?

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?

le truffe ai danni dello stato.

Il suo motto?

per aspera ad astra.

Citazione preferita?

"I'll see you on the dark side of the moon"